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guide simple du nouveau Musulman 5
بسم الله الرحمن الرحيم
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Noms et Attributs
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La prière du vendredi
prosternation de
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Le musulmandoit aimerpourson frère
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وجوب محبة المسلم لاخيه المسلم
حفظ سورة: العصر - الكوثر- القارعة- العاديات
اية الكرسي
تحمَّلتُ وحديَ مـا لا أُطيـقْ من الإغترابِ وهَـمِّ الطريـقْ
اللهم اني اسالك في هذه الساعة ان كانت جوليان في سرور فزدها في سرورها ومن نعيمك عليها . وان كانت جوليان في عذاب فنجها من عذابك وانت الغني الحميد برحمتك يا ارحم الراحمين
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Tawhid al-Asma was-Sifat (L'Unicità dei Nomi e degli Attributi di Allah)
Questa è la categoria di Tawhid nella quale vari gruppi di questa Ummah si sono smarriti, coloro che pregano verso la stessa direzione con noi e chiamano se stessi musulmani.
In questi gruppi, ci sono quelli che sono andati agli estremi deviando nella negazione e tentando di evitare l'attribuzione di eventuali carenze ad Allah. Il loro estremismo è stato così grave che li ha portati fuori dall’Islam. Altri gruppi sono leggermente meno nella loro devianza, invece altri ancora sono più vicino agli Ahlus Sunnah. La via dei Salaf (predecessori) per quanto riguarda questa categoria di Tawhid è che loro nominano Allah e Lo descrivono con ciò con cui Egli ha descritto Se Stesso. Accettano e credono in questi Nomi e Attributi come reali ed effettivi, in un modo che si addice ad Allah. Non alterano i loro significati, né li negano complessivamente, né interrogano "come" sono e non credono che siano simili ai nomi ed agli attributi delle creature.
Un esempio su questo è che Allah(gloria a Lui ľAltisssimo) ha chiamato Se Stesso con il nome al-Hayy (Il Vivente) ed al-Qayyûm (Colui che sussiste per Se Stesso e per il Quale tutto sussiste). Dunque è obbligatorio per noi a credere che "al-Hayy" è uno dei Nomi di Allah e bisogna anche credere in qualsiasi caratteristiche che questo nome implica, che è una vita perfetta, eterna e completa, che non è stata preceduta da inesistenza né mai avrà fine. Allah ha anche nominato Se Stesso: "as-Samî'" (L'Audiente, Colui che tutto ascolta) e similmente, abbiamo il dovere di credere che è uno dei Suoi Nomi e che ha l'attributo di udienza completa di tutto in ogni momento. Egli (gloria a Lui ľAltisssimo) è attribuito con l'azione di sentire, che è necessitato da questo Nome e dal relativo Attributo, per quello che è chiamato "l'Audiente" ma in realtà non ha la caratteristica dell'udienza, né l'azione di sentire suoni e voci, allora questo è una contraddizione impossibile.
Un altro esempio è che Allah(gloria a Lui ľAltisssimo) dice:
“I giudei dicono: « La mano di Allah si è incatenata! ». Siano incatenate le mani loro e siano maledetti per quel che hanno detto. Le Sue mani sono invece ben aperte: Egli dà a chi vuole”. [Al-Mâ'ida:64]
In questo versetto, Allah dice: "Le Sue mani sono invece ben aperte". Egli ha affermato per Se Stesso due mani descrivendole di essere ben aperte - che vuol dire che Egli dà generosamente. Dunque da questo, è obbligatorio su noi credere che Allah in effetti abbia due mani reali, ben aperte nel dare bontà generosamente. Tuttavia, è anche dovere su noi di non tentare di immaginarli con i nostri cuori, né parlare di loro con le nostre lingue, né interrogare come sono nella realtà, né ritenere che siano simili alle mani delle creature, perché Allah(gloria a Lui ľAltisssimo) dice:
“Niente è simile a Lui. Egli è l'Audiente, Colui Che tutto osserva”.[Ash-Shûrâ :11]
Ed Egli inoltre dice:
“Di': « Il mio Signore ha vietato solo le turpitudini palesi o nascoste, il peccato e la ribellione ingiusta, l'attribuire ad Allah consimili a proposito dei quali [Egli] non ha concesso autorità alcuna e il dire contro Allah cose di cui non conoscete nulla»”. [Al-A'râf:33]
Ed Egli( gloria a Lui ľAltisssimo) dice:
“Non seguire ciò di cui non hai conoscenza alcuna. Di tutto sarà chiesto conto: dell'udito, della vista e del cuore”. [Al Isrâ':36]
Quindi, chiunque crede o dice che queste due Mani di Allah siano simili in qualunque maniera alle mani delle creature, allora egli ha negato e ha smentito la dichiarazione di Allah:
“Niente è simile a Lui”. [Ash-Shûrâ :11]
E una tale persona ha disobbedito ad Allah quando Egli dice:
“Non paragonate nulla ad Allah”. [An-Nahl:74]
E per quanto riguarda la persona che interroga o parla di "come" sono, allora egli ha parlato di Allah cose di cui egli non ha alcuna conoscenza ed ha seguito qualcosa di cui egli non ha alcuna conoscenza.
Forniremo un altro esempio riguardo gli Attributi di Allah, che è la “Istawa” (l'innalzamento) di Allah sul Suo Trono. Allah ha affermato per Se Stesso, in sette posti nel Suo Libro, che Egli Si è innalzato sul Trono, tutte con l'espressione "Istawa" (innalzato) e tutte associate con la parola "alal-Arsh" (sul Trono). Se ci riferiamo alla parola “Istawa” in quanto viene usato nella lingua araba, troviamo che, se si unisce con la preposizione "ala" (su, sopra) allora il significato può soltanto essere "innalzarsi su o innalzarsi sopra". Di conseguenza, il significato del versetto:
“Il Compassionevole Si è innalzato sul Trono”. [Tâ-Hâ:5]
E di altri versetti simili - è che Egli Si è innalzato sul Suo Trono, un innalzamento che è specifico soltanto per Lui e soltanto per il Suo Trono e non è come l'innalzamento delle creature.
Questo innalzamento è confermato ad Allah in un modo reale ed effettivo; Egli è sul Suo Trono in un modo che si addice soltanto a Lui (gloria a Lui ľAltisssimo). Non assomiglia alla maniera in cui le persone si alzano o si siedono su una sedia, o innalzarsi su un animale di guida. Né assomiglia al modo in cui la gente monta sui loro vascelli, come Allah cita nella Sua dichiarazione (utilizzando la stessa parola - Istawa):
“Ha creato tutte le specie e vi ha dato vascelli e animali sui quali viaggiate, sicché possiate montare sui loro dorsi e ricordiate i favori del vostro Signore dicendo: “Gloria a Colui Che ha messo tutto ciò a nostro servizio, mentre non eravamo neppure in grado di domarli!” [Az-Zukhruf:12,13]
Dunque la "Istawa" delle creature sopra qualcosa non è in alcun modo simile al modo in cui Allah Si è innalzato sul Trono perché:"Niente è simile a Lui".
Per quanto riguarda la persona che dice: "Il significato di ‘innalzato sul Trono’ di Allah è in realtà la conquista del Trono (Istawla)", allora egli ha compiuto un grave errore, perché questo cambia ed altera una parola dal suo significato corretto ed inteso, spostandolo dal suo posto giusto. È inoltre in completa contrapposizione all'unanimità degli Sahaba(compagni del Profeta) e dei Tabi'in(chi ha incontrato o accompagnato un qualsiasi compagno del Profeta). Dunque, qualunque cosa che contiene un significato falso per quanto riguarda Allah(gloria a Lui ľAltisssimo), non sarà mai accettato da un credente. Il Corano è stato rivelato nella chiara lingua araba, come Allah(gloria a Lui ľAltisssimo) dice:
“Ne abbiamo fatto un Corano arabo affinché comprendiate!” [Az-Zukhruf:3]
E secondo il contesto di "Istawa" nella lingua araba, ciò significa innalzarsi su o stabilirsi sopra qualcosa. Dunque il significato di "innalzato sul Trono" [Istawa alal-Arsh] è che Egli Si è innalzato al di sopra di esso in un modo reale che si addice alla Sua Maestà e alla Sua Grandezza. Spiegare "innalzato" (Istawa) come "conquista" (Istawla), è senza dubbio un’alterazione del significato vero della parola, si tratta di una negazione del significato reale che la lingua del Corano indica che è "innalzarsi". Dandogli qualsiasi altro significato è completa falsità e menzogna.
Inoltre, sappiamo che i Salaf (predecessori) e quelli che li succedettero, erano tutti uniti su questo significato, perché non è venuta neppure una sola parola da loro spiegandola in un altro significato. E se viene un testo nel Corano o nella Sunnah e nulla è stato riferito dai Salaf che lo spiega con un significato contrariamente al suo significato apparente, allora la regola di base è che essi hanno accettato e sono rimasti sul significato apparente e hanno creduto in qualunque cosa indica.
Se qualcuno chiede: "Qualcosa di esplicito è stato riferito dai Salaf che hanno spiegato "Istawa" col significato "innalzarsi" ?"
Rispondiamo: Sì, ciò è stato indubbiamente riferito dai Salaf. E anche supponendo che nulla di esplicito sia venuto, poi tuttavia, la regola di base è che, qualunque dicitura che è confermato nel nobile Corano o nella Sunnah Profetica, allora il significato deve essere preso come esso viene inteso nella lingua araba. Inoltre i Salaf effettivamente hanno affermato questo significato.
Per quanto riguarda la spiegazione di "Istawa" come "Istawla", allora ciò implicherebbe diverse illazioni false ed inesatte, come per esempio:
1. Ciò implicherebbe che il Trono, prima della creazione dei cieli e della terra, non era in possesso di Allah, perché Allah (gloria a Lui ľAltisssimo) dice:
“Allah è il vostro Signore, Colui che in sei giorni ha creato i cieli e la terra e poi si è innalzato sul Trono.” [Al-A'râf:54]
Spiegando così "Istawa" qui col significato "conquista" allora significherebbe che Egli non era il Conquistatore ed il Controllore del Trono prima della creazione dei cieli e della terra e né nel tempo della loro creazione!?
2. Se "Istawa" effettivamente significasse "conquista", allora inoltre sarebbe corretto dire che Allah "Istawa" sopra la terra, ed Egli Istawa sopra ogni Sua creatura (così come Egli è, è stato e sarà sempre nel pieno controllo di loro). Questo è senza dubbio un falso significato che non si addice ad Allah(gloria a Lui ľAltisssimo).
3. Ciò è una forma di spostamento delle parole dai loro giusti posti.
4. Questo è in completa contrapposizione all'unanimità dei Salaf.
In conclusione, per quanto riguarda questa categoria di Tawhid - Il Tawhid al-Asma was-Sifat (L'Unicità dei Nomi e degli Attributi di Allah); è incombente su noi affermare di Allah qualunque cosa che Egli ha affermato per Se Stesso, o i Nomi e gli Attributi che ha affermato il Suo Messaggero, in un modo reale, senza alterare i significati o negando loro, e senza interrogare chiedendo "come" sono loro , e senza ritenere che siano simili a quelli delle creature.
Il Tawhid al-Asma was-Sifat è quello di individuare Allah da solo con ciò che Egli ha nominato e descritto Se Stesso nel Suo Libro o sulla lingua del Suo Messaggero(pace ebenedizioni su di lui). Questo si compie affermando qualunque cosa (dai Nomi e dagli Attributi) che Allah ha affermato per Se Stesso, senza alterare o negare loro o i loro significati, né credendo che siano simili con quelle delle creature e senza interrogare il "come" sono. È incombente credere che, qualunque Nome o Attributo con cui Allah ha nominato e descritto Se Stesso sia reale ed effettivo. Tuttavia, non frughiamo in loro, chiedendo "come" sono e non crediamo che siano simili ai nomi e agli attributi delle creature in alcun modo.
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Les bons comportements à la mosquée
http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=28Z6Mcogcu4
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بِسْمِ اللهِ الرَّحْمَنِ الرَّحِيم
La prière du vendredi (al-joumou`ah) est constituée de deux rak`ah. C’est une obligation d’ordre personnel (farDou `ayn) pour tout musulman, pubère, sain d’esprit, libre, de sexe masculin, résident, n’ayant pas d’excuse l’autorisant à ne pas la faire, s’il y a quarante résidents établis à vie (moustawTin). Ainsi, la prière du vendredi n’est pas obligatoire pour l’enfant non pubère, ni pour le fou, ni pour la personne de sexe féminin, ni pour le voyageur même si son voyage est d’une distance inférieure à la distance qui permet de raccourcir la prière, ni pour celui qui a une excuse qui permet son délaissement, comme le malade d’une maladie à cause de laquelle il lui est difficile de se rendre à l’endroit où a lieu la prière du vendredi.
Elle est également obligatoire pour celui qui a eu l’intention de résider dans la ville où a lieu la prière du vendredi au moins quatre jours complets, c’est-à-dire en dehors de ses jours d’arrivée et de départ ; en effet, il n’a plus dans ce cas le jugement de voyageur.
Conditions de la prière du vendredi :
1 – qu’elle ait lieu dans un endroit faisant partie de la ville, même si c’est dans une construction en bois, en roseaux ou en branches de palmiers. Ainsi, elle est valable dans les limites de la ville : dans une mosquée, dans une maison ou bien à l’extérieur dans l’espace qui s’y trouve. Mais il n’est pas valable que son lieu d’accomplissement soit en-dehors de la ville ;
2 – qu’elle soit précédée par les deux discours (khouTbah) qui soient entendus par les quarante hommes établis à vie. Il est une condition que chacun d’eux soit musulman, pubère, sain d’esprit, libre, de sexe masculin et résident établi à vie ;
3 – qu’elle soit effectuée en assemblée avec eux, c’est-à-dire avec les quarante résidents établis à vie ;
4 – qu’elle ait lieu dans le temps de aDH-DHouhr, de sorte qu’elle n’est valable ni avant ni après ce temps ;
5 – qu’une autre prière du vendredi ne soit pas simultanée avec elle dans la même ville, même si elle est très grande ; c’est-à-dire, si le rassemblement des gens de la ville en un lieu unique ne présente pas de grande difficulté. Le cas échéant, celle qui a précédé l’autre est valable et pas la suivante. Si l’on ne sait pas laquelle des deux a précédé l’autre, aucune des deux n’est valable. Certains compagnons de Ach-Châfi`iyy ont dit : il n’est pas valable qu’il y ait plus qu’une prière de vendredi, quelle qu’en soit la raison.
Les piliers des deux discours (khouTbah) sont :
1 – la louange à Allâh : (al-Hamdou li l-LAh) ou (lil-LAhi l-Hamd) ou (hamdan lil-LAh) ou ce qui est semblable ;
2 – l’invocation en faveur du Prophète, salla l-Lâhou `alayhi wa sallam, (aS-SalAtou `ala n-Nabiyy) en disant par exemple : (Allâhouma salli `alA MouHammad). Il est suffisant de dire : (salla l-Lâhou `alA MouHammad) ;
3 – la recommandation de la piété (at-taqwA) en incitant à
l’obéissance et en réprimant la désobéissance ou l’un des deux. Il n’est pas une condition de prononcer le mot (taqwA) (piété) mais il suffit de dire (‘aTI`ou l-LAh) ce qui signifie : « obéissez à Allâh « .
4 – une ‘ayah -un verset- ayant un sens complet dans l’un des deux discours. La meilleure façon, c’est que cela ait lieu dans le premier discours à la fin du discours ;
5 – l’invocation en faveur des croyants dans le deuxième discours, englobant les croyantes. Il est recommandé de citer les croyantes et il n’est pas une condition de généraliser : si l’on cite en particulier ceux qui sont présents ou quarante d’entre eux, cela suffit.
Les conditions de validité des deux discours sont :
1 – la purification des deux Hadath, petit et grand, et l’élimination des najâçah non tolérable sur le corps, sur l’endroit où on donne le discours et sur ce que l’on porte sur soi, comme un vêtement ou autre ;
2 – couvrir la zone de pudeur, c’est-à-dire la zone comprise entre le nombril et les genoux ;
3 – la position debout pour celui qui le peut. Si on est incapable de se tenir debout, on donne le discours assis ;
4 – la position assise entre les deux discours au minimum le temps de la quiétude. Mais la façon complète, c’est le temps équivalent à celui de la récitation de sôurat Al-’IkhlAS et il est ici recommandé de la réciter à voix basse ;
5 – Ne pas laisser un grand intervalle de temps entre leurs piliers, ni entre la fin des deux discours et la prière ;
6 – que les piliers des deux discours soient en arabe ;
7 – qu’ils aient lieu après que le soleil a quitté le zénith ;
8 – que les quarante hommes établis à vie entendent les piliers des discours ;
9 – faire précéder la prière par les deux discours
Ce qui est recommandé :
1 – le ghousl pour la prière du vendredi. Le temps de ce ghousl commence avec l’aube. Il est déconseillé de délaisser ce ghousl ;
2 – mettre des habits blancs ;
3 – se parfumer ;
4 – se couper les ongles ;
5 – se rendre tôt à la prière, à pied, dès l’aube ;
6 – être attentif à celui qui donne le discours. La signification de « être attentif » est de se taire tout en l’écoutant. Si on délaisse cela, c’est déconseillé.
Celui qui entre alors que l’imam est en train de donner le discours accomplit deux rak`ah légères puis s’assoit.
الحمد لله رب العالمين
La louange est à Allâh, le Créateur du monde.
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Comment corriger un oubli dans la prière
Pour corriger une prière il faut d’abord savoir quels sont les piliers, les actes obligatoires (fard) et surérogatoires (sunnah) de la prière(regarder l’article :Les piliers, les obligations et les sunnahs de la prière).
Comme nous avons vu les piliers de la prière sont 12 au nombre, ils sont indispensables, et la négligence de l’un d’entre eux annule la prière, et il faut par conséquent la recommencer. » (Ibn Koudama fi el Moughni).
La manière de corriger l’oubli d’un pilier
Si l’on néglige l’un des 12 piliers volontairement, alors la prière est annulée et il faut la refaire, et si c’est par erreur ou par oubli, alors il faut la corrigée comme expliquée à la suite.
Si celui qui prie se rappelle de l’oubli ou de l’erreur après le salut et qu’il s’écoule une longue durée de temps, alors sa prière est annulée. Et s’il ne s’écoule pas une longue durée, alors il faut reprendre sa prière à partir du moment où a été commis l’oubli, l’erreur ou le doute. (D’après Ahmed, Ach-Chafi’i et d’autres savants.)
D’autres savants ont dit : «Si celui qui prie oublie le dernier Tachahud ou bien le salam, alors il les refait, et s’il oublie autre chose alors il recommence une rakat SAUF s’il a oublié takbirat el ihram (c’est-à-dire quand on dit Allahou akbar au début de la prière), car celui qui ne le prononce pas, c’est comme s’il n’avait rien fait. »
Abou Hourayra (Allah soit satisfait de lui) raconte : « Un jour le Prophète (sallallahou alayhi wa salam) a fait la prière du ‘Icha avec 2 rakats seulement puis il salua, et quand on lui fit la remarque, le Prophète (sallallahou alayhi wa salam) alors continua ce qui manquait de la prière, et il salua et il a dit Allahou akbar et se prosterna puis il a dit Allahou akbar, et il se prosterna ensuite il a dit Allahou akbar et s’est assis et enfin il salua. »
Si celui qui prie se rappelle de l’oubli, l’erreur ou le doute après la prière, il faut que ce soit après une courte durée afin qu’il puisse se rattraper, et il ne faut pas trop parler entre temps, et encore moins de choses extérieurs à la prière (intérêts matériels).
Omrane Ibn Houssaïn a dit que le Prophète (sallallahou alayhi wa salam) a fait 3 rakats pendant la prière de l’Asr, puis il salua, et entra chez lui; un homme aux avant-bras longs a dit au Prophète (sallallahou alayhi wa salam): « Prophète de Dieu, est-ce que la prière a diminué ? » Puis le Prophète (sallallahou alayhi wa salam) sortit en n’étant pas content de lui-même, et il pria la rakat qu’il avait oublié puis salua, et fit 2 prosternations de l’oubli puis il salua ». Rapporté par Mouslim.
La manière de corriger l’oubli d’une obligation
Les obligations de la prière sont 5 au nombre, Quiconque aurait négligé volontairement une des obligations de la prière, sa prière serait alors annulée.
Et celui qui aurait négligé quelque chose par oubli alors cette obligation tomberait avec l’oubli, c’est-à-dire que celui qui prie ne reviendrait pas à cette obligation après l’avoir oubliée afin de la corriger, mais il compenserait cela par deux prosternations de l’oubli à la fin de la prière.
Le Prophète (sallallahou alayhi wa salam) était en prière puis à la deuxième rakat, il se leva pour la troisième rakat en oubliant le tachahoud, puis il compensa son oubli par deux prosternations de l’oubli avant le salut final de la prière. Et ceci s’applique à toutes autres obligations tel que le tachahoud de la même manière.
La manière de corriger l’oubli d’une sunnah
Les sounnahs de la prière sont 25 au nombre, l’oublie des sounnahs n’annulent pas la prière lorsqu’on les oublie volontairement ou bien involontairement, et si elles sont oubliées il n’est pas nécessaire de faire deux prosternations de l’oubli à la fin de la prière car l’application de ces sounnahs n’est pas obligatoire.
Exceptions : L’imam Malik ainsi que l’imam Abou Hanifa ont dit que si l’imam oublie de lire le Coran à haute voix pensant la prière du Sobh, du Maghreb ou du ‘Icha et qu’il le lit à voix basse, il se doit alors de compenser cet oubli par deux prosternations de l’oubli, et la même chose dans le cas ou il oublierait le Qounout du Witr, et à part ces deux sounnahs des dires il ne convient pour aucune sounnah de se prosterner par les deux prosternations de l’oubli.
La prosternation de l’oubli
La prosternation de l’oubli est légale dans le rajout, le manque ou bien le doute pendant la prière. D’après ce qui est venu dans la sounnah du Prophète (sallallahou alayhi wa salam).
Il n’y a pas de différence entre la prière obligatoire et la prière surérogatoire en ce qui concerne la prosternation de l’oubli, et c’est ce qui a été dit par la plupart des Oulamas.
Le Prophète (sallallahou alayhi wa salam) a dit : « Si l’un d’entre vous oublie alors qu’il se prosterne deux fois. »
Il a dit aussi (sallallahou alayhi wa salam) : « Si l’un d’entre vous oublie et qu’il a ou bien rajouté ou bien diminué, alors qu’il se prosterne deux fois. »
La prosternation de l’oubli n’est pas légalisée pour la prière de l’enterrement ainsi que pour la prosternation de la lecture du Coran (Sajda at-tilaoi).
Dans un prochain article nous verrons inchallah la correction des rajouts.
Source :
« Correction de la prière suivant les quatre écoles »
Abdel Rahman MENEISI. Série des nécessités de la réalité.
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Temps prohibé pour la prière
Selon Ôqba ibnu 'Amir : "3 heures durant lesquelles le prophète (صلى الله عليه و سلم) nous a interdit d'accomplir la prière ou d'y enterrer nos morts : au moment ou le soleil se lève jusqu'à ce qu'il s'élève, au moment ou le soleil est au zénith jusqu'à ce qu'il commence le déclin, et lorsque le soleil commence à se coucher jusqu'à ce qu'il se couche"
Le terme heure dans ce hadith signifie un laps de temps qu'il soit cours ou long
"au moment ou le soleil se lève jusqu'à ce qu'il s'élève" : dans une autre version, le prophète
(صلى الله عليه و سلم) a dit : "jusqu'à ce que le soleil s'élève de la distance à la taille d'une lance". Les savants on définie cette distance comme étant d'environ 1 mètre (les lance au temps du prophète (صلى الله عليه و سلم) était connus pour avoir une longueur d'1 mètre). C'est un temps qui est très cours et qui est estimé entre 10 et 15 minutes, car c'est le temps ou le soleil se lève jusqu'à ce qu'il s'élève de la longueur d'un mètre.
"au moment ou le soleil est droit sur le zénith" : lorsque le soleil s'accroit sur le zénith, il y a un temps ou il n'y a pas d'ombre. Ensuite lorsque le soleil commence son déclin, l'ombre d'une chose commence à grandir jusqu'au couché du soleil. Durant ce laps de temps, on a l'impression que le soleil s'arrête alors qu'il ne s'arrête pas.
Le prophète (صلى الله عليه و سلم) a expliqué la raison de l’interdiction de prier durant ces trois horaires, lorsqu’il a dit à ‘Amr ibnu ‘Abassa le jour ou il s’est converti : « fais la prière du sobh, puis abstiens toi de la prière jusqu’à ce que le soleil se lève et s’élève car le soleil se lève entre les cornes du diable et à se moment les mécréant s’y prosternent. Puis prie car la prière est assistée et les anges y témoignent jusqu’à ce que l’ombre diminue et soit à la même longueur que la lance. Puis abstiens toi de la prière car c’est à ce moment que l’Enfer est le plus chaud jusqu’à ce que l’ombre revienne (el fay). Puis prie car la prière est assistée et les anges y témoignent jusqu’à ce que tu prie el ‘asr. Puis abstiens toi de la prière jusqu’à ce que le soleil se couche, car le soleil se couche entre les cornes du diable et à se moment les mécréant s’y prosternent.»
Dans ce hadih de ‘Amr ibnu ‘Abassa il y a des horaires d’interdiction en plus que l’on peut déduire qui ne sont pas cité dans le hadith de ‘Oqba ibnu ‘Amir.
Dans le premier hadith le prophète (صلى الله عليه و سلم) a cité : « au moment où le soleil se lève jusqu’à ce qu’il s’élève » et dans le second hadith, il dit : « fais la prière du sobh, puis abstiens toi de la prière » donc on en déduit qu’il y a deux horaires ou il est interdit de prier. Il y a après sobh jusqu’à ce que le soleil se lève et au moment ou le soleil se lève jusqu’à ce qu’il s’élève. Et le prophète (صلى الله عليه و سلم) a expliqué pourquoi, car le soleil se lève entre les cornes du diable et à se moment les mécréant s’y prosternent.
« jusqu’à ce que l’ombre diminue et soit à la même longueur que la lance. » : les savants ont expliqués que lorsqu’on plante une lance le matin, l’ombre de la lance ne va cessé de diminuer jusqu’à disparaitre et se confondre avec la lance. Autrement dit jusqu’à ce que la lance n’est plus d’ombre ; c'est-à-dire jusqu’au zénith.
« Puis abstiens toi de la prière car c’est à ce moment que l’Enfer est le plus chaud. » : c’est l’explication de l’interdiction de prier au moment du zénith. Car c’est le moment ou l’Enfer est le plus chaud.
el fay : c'est l'ombre qui apparait juste après le déclin du soleil du zénith
« Puis abstiens toi de la prière jusqu’à ce que le soleil se couche.» : on en déduit un autre horaire ou il est interdit de prier : après le ‘asr.
Dans ce hadith, le prophète (صلى الله عليه و سلم) nous explique les raisons pour lesquels il est interdit de prier durant les 3 horaires qui font l’unanimité des savants. Et dans ce hadith on en déduit en plus 2 horaires. En tous il y a 5 horaires durant lesquels il est interdit de prier.
Source : EL-WADJÎZ FI FIQHI AS-SOUNNATI WA AL-KITÂBI EL 'AZÎZ DU CHEIKH 'ABDEL-'ADHDIM EL-BADAWI - Le livre de la prière -
Cours audio du frère Abou Anas
retranscrit par Sevamel & Oum Sulaym
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اللهم اني اسالك في هذه الساعة ان كانت جوليان في سرور فزدها في سرورها ومن نعيمك عليها . وان كانت جوليان في عذاب فنجها من عذابك وانت الغني الحميد برحمتك يا ارحم الراحمين
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Le droit de l'homme sur son frère
1. Abû Hurayra rapporte ces propos de 1’Envoyé de Dieu -sur Lui la Grâce et la Paix-: “Les devoirs de tout musulman à l’égard de ses frères sont au nombre de cinq: il se doit de lui rendre le salut, de le visiter lorsqu’il est malade, de suivre son cortège funèbre, de se rendre à son invitation et de lui souhaiter que Dieu lui fasse miséricorde quand il éternue.’’ (Rapporté par Bukhari et Muslim). Une version de Muslim comporte ce sixième précepte: “Et donne-lui un conseil s’il te le demande.”
2. Ibn Umar rapporte ces paroles de l’Envoyé de Dieu -sur Lui la Grâce et la Paix-: Le musulman est le frère du musulman, il ne se montre pas injuste à son égard et il ne le livre pas (à ses ennemis). Dieu aidera celui qui vient en aide à ses frères et Il soulagera d’un des tourments du Jugement Dernier celui qui soulage un musulman dans l’affliction. Quiconque scelle les défauts d’un musulman, Dieu scellera les siens le jour de la Résurrection. (Rapporté par Bukhari et Muslim).
3. Abu Hurayra rapporte ces propos du prophète -sur Lui la Grâce et la Paix-: ‘‘Que celui qui a offensé son frère dans son honneur ou de quelque autre manière, qu'il lui demande pardon immédiatement avant que n’arrive le jour où les dinars et les dirhams, ne seront d'aucune utilité. Sans quoi, s’il a à son actif de bonnes œuvres, elles lui seront ôtées dans une proportion relative à la gravité de l’offense. Et s’il n’a pas de bonnes œuvres à son actif il devra se charger des péchés de son frère.” (Rapporté par Bukhari).
4. Abû Umara al-Barâa Ibn Azib rapporte: “L’Envoyé de Dieu - sur lui la Grâce et la Paix - nous a ordonné d’observer les sept préceptes suivants: Il nous a ordonné de rendre visite aux malades, de suivre les cortèges funèbres, de souhaiter à celui qui éternue que Dieu lui fasse miséricorde, de respecter nos serments, de porter secours à l'opprimé, de se rendre aux invitations qui nous ont été adressées et de saluer (nos frères).’’ (Rapporté par Bukhari et Muslim).
5. Abu Sa’id al-Khudri rapporte ces paroles du Prophète -sur lui la Grâce et la Paix-: Evitez de vous réunir dans la rue. Les Compagnons furent observer: O Envoyé de Dieu, certaines de ces réunions au cours desquelles nous parlons de nos affaires sont indispensables. Il répondit alors: Si vous ne pouvez faire autrement, acquittez-vous des droits de la rue. Et quels sont donc ces droits, ô Envoyé de Dieu? Demandèrent-ils. Le Prophète répondit: Baissez le regard, abstenez-vous de nuire à qui que ce soit, rendez le salut, ordonnez le bien et interdisez (de commettre) ce qui est répréhensible. (Rapporté par Bukhari et Muslim).
6. Abou Huraira rapporte ces propos de l’Envoyé de Dieu (sur Lui la grâce et la Paix) : Le musulman a cinq obligations vis-à-vis du musulman: Lui rendre son salut, lui rendre visite quand il tombe malade, suivre son cortège funèbre, répondre à son invitation, lui dire quant il éternue Rahimakallah (Que Dieu soit miséricordieux avec toi). (Rapporté par Bukhari et Muslim).
7. Jarîr bin Abd Allah rapporte ces propos de l'Envoyé de Dieu (sur lui la Grâce et la Paix): Dieu ne fera miséricorde à celui qui n’est pas miséricordieux envers les gens. (Rapporté par Bukhari et Muslim).
8. Abou Hurayra rapporte ces paroles de l'Envoyé de Dieu -sur lui la Grâce et la Paix-: Au jour du Jugement, Vous restituerez à chacun son dû, même les animaux sans cornes pourront se venger de ceux qui en sont pourvus. (Rapporté par Muslim).
9. D’après Abou Hurayra (que Dieu soit satisfait de lui), le prophète (paix et salut sur lui) a dit: “Parmi les qualités d’un bon Islam, il y a le fait pour l’homme de ne pas s’occuper de ce qui ne le regarde pas’’ (Rapporté par at-Tirmidhi)
10. Anas rapporte ces paroles de l’Envoyé de Dieu (sur lui la Grâce et la Paix): Ne rompez pas vos relations, ne vous ignorez pas, ne vous détestez pas, ne vous enviez pas, soyez des serviteurs de Dieu fraternels. Il n’est pas permis à un musulman d'ignorer son frère plus de trois jours (ou encore: de ne pas saluer son frère plus de trois jours). (Rapporté par Bukhari et Muslim).
11. Abu Hurayra rapporte que l’Envoyé de Dieu -sur lui la Grâce et la Paix- interrogea ses Compagnons: “Sauriez-vous me dire quel est celui que l'on peut qualifier d’indigent?”. Ils lui répondirent: “L'indigent est celui d’entre nous qui ne possède ni biens ni argent.” Le Prophète leur dit: “Dans ma communauté l’indigent est celui qui, au jour du Jugement, aura à son actif des journées de jeûne, des prières, des aumônes et qui aura par ailleurs, calomnié un tel, volé l’argent d’un autre, versé le sang de celui-ci et frappé celui-là, si bien qu’on lui prendra ses bonnes œuvres pour les distribuer à ses victimes. Quand il n'aura plus d’œuvres pieuses à son actif et avant même qu’il ne purge sa peine, on le chargera des péchés de ses victimes (proportionnellement aux torts qu’il leur a causé) avant de le jeter au feu. (Rapporté Muslim).
12. Selon Abou Hurayra (que Dieu soit satisfait de lui), l’Envoyé de Dieu (paix et salut sur lui) a dit: Ne vous jalousez pas, n’enchérissez pas les uns sur les autres, ne vous haïssez pas n’agissez pas avec perversité les uns à l’égard des autres, ne concluez pas d’achats au détriment les uns des autres, soyez, ô serviteurs de Dieu!, tous frères, le musulman est frère du musulman, il ne l'opprime pas, ne l’abandonne pas, il ne lui ment pas, ne le méprise pas. La crainte de Dieu se trouve ici, il montra trois fois sa poitrine puis ajouta: Le pire de l’iniquité est que le musulman méprise son frère musulman. Tout ce qui appartient au musulman est interdit au musulman : son sang, son bien et son honneur. (Rapporté par Muslim).
13. Selon Abou Hurayra, le Messager de Dieu (sur Lui la Grâce et la Paix) a dit: Quiconque, en ce bas monde, a allégé l’affliction d’un croyant, verra Dieu alléger son affliction au Jour du Jugement Dernier. Quiconque secourt un homme dans la gêne, verra Dieu le secourir en ce bas monde et dans l’Au-delà. Quiconque couvrira les fautes d’un musulman, verra Dieu les lui couvrir en ce bas monde et dans l’autre. Dieu aide son serviteur tant que ce dernier aide son frère. Celui qui parcourt le chemin de la science, Dieu lui aplanira le chemin du paradis. Tant que les hommes s’assemblent en quelque demeure consacrée à Dieu pour réciter le Coran et pour l’étudier ensemble, la tranquillité d’esprit et la paix descendra sur eux, la miséricorde les couvrira, les anges les entoureront et Dieu les mentionnera comme étant des siens. Quant a celui qui est mis en retard par ses œuvres, il ne sera pas mis en avance par son lignage. (Rapporté par Muslim).
14. Abou Houraira rapporte ces propos de l’Envoyé de Dieu (sur lui la Grâce et la Paix): Méfiez-vous des préjugés car rien n’est plus trompeur. Ne vous espionnez pas, ne rivalisiez pas entre vous, ne vous enviez pas, ne vous détestez pas, ne vous ignorez pas, soyez des serviteurs de Dieu fraternels, ainsi qu'Il vous l’a ordonné. Le musulman est le frère du musulman, il ne l’opprime pas, il ne le prive pas de son soutien, il ne le méprise pas. C’est là que réside la crainte pieuse! Répéta-t-il deux fois-, il désigna sa poitrine: Il n’est de pire mal pour un musulman que de mépriser son frères. Tout ce qui propre au musulman est sacré pour l’ensemble des musulmans. Son sang, son honneur et ses biens sont sacrés. Dieu ne regarde ni vos corps, ni vos apparences, mais Il regarde vos cœurs. (Rapporté par Muslim).
15. Abu Musa al-Ash'arî rapporte ces propos du Prophète -sur lui la Grâce et la Paix-: La compagnie de l'homme pieux et celle de l'homme malfaisant sont respectivement comparables à celle du parfumeur et à celle du forgeron. Le parfumeur te donne du musk ou t'en vends, ou encore il émane de sa personne une odeur agréable tandis que le forgeron risque de brûler tes habits et il répand une odeur nauséabonde. (Rapporté par Bukhari et Muslim).
تحمَّلتُ وحديَ مـا لا أُطيـقْ من الإغترابِ وهَـمِّ الطريـقْ
اللهم اني اسالك في هذه الساعة ان كانت جوليان في سرور فزدها في سرورها ومن نعيمك عليها . وان كانت جوليان في عذاب فنجها من عذابك وانت الغني الحميد برحمتك يا ارحم الراحمين
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AL-˒AṢR (LE TEMPS)()
Au nom d’Allah, le Tout Miséricordieux, le Très Miséricordieux.
1. Par le Temps!
2. L’homme est certes, en perdition,
3. sauf ceux qui croient et accomplissent les bonnes œuvres, s’enjoignent mutuellement la vérité et s’enjoignent mutuellement l’endurance.
تحمَّلتُ وحديَ مـا لا أُطيـقْ من الإغترابِ وهَـمِّ الطريـقْ
اللهم اني اسالك في هذه الساعة ان كانت جوليان في سرور فزدها في سرورها ومن نعيمك عليها . وان كانت جوليان في عذاب فنجها من عذابك وانت الغني الحميد برحمتك يا ارحم الراحمين
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AT-TAKĀṮUR (LA COURSE AUX RICHESSES)(1)
Au nom d’Allah, le Tout Miséricordieux, le Très Miséricordieux.
1. La course aux richesses vous distrait,
2. jusqu’à ce que vous visitiez les tombes(2).
3. Mais non! Vous saurez bientôt!
4. (Encore une fois)! Vous saurez bientôt!
5. Sûrement! Si vous saviez de science certaine(3).
6. Vous verrez, certes, la Fournaise.
7. Puis, vous la verrez certes, avec l’œil de la certitude.
8. Puis, assurément, vous serez interrogés, ce jour-là, sur les délices.
تحمَّلتُ وحديَ مـا لا أُطيـقْ من الإغترابِ وهَـمِّ الطريـقْ
اللهم اني اسالك في هذه الساعة ان كانت جوليان في سرور فزدها في سرورها ومن نعيمك عليها . وان كانت جوليان في عذاب فنجها من عذابك وانت الغني الحميد برحمتك يا ارحم الراحمين
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AL-QĀRI˒AH (LE FRACAS)(1)
Au nom d’Allah, le Tout Miséricordieux, le Très Miséricordieux.
1. Le fracas!
2. Qu’est-ce que le fracas?
3. Et qui te dira ce qu’est le fracas?
4. C’est le jour où les gens seront comme des papillons éparpillés,
5. et les montagnes comme de la laine cardée;
6. quant à celui dont la balance sera lourde
7. il sera dans une vie agréable;
8. et quant à celui dont la balance sera légère,
9. sa mère [destination] est un abîme très profond.
10. Et qui te dira ce que c’est?
11. C’est un Feu ardent.
تحمَّلتُ وحديَ مـا لا أُطيـقْ من الإغترابِ وهَـمِّ الطريـقْ
اللهم اني اسالك في هذه الساعة ان كانت جوليان في سرور فزدها في سرورها ومن نعيمك عليها . وان كانت جوليان في عذاب فنجها من عذابك وانت الغني الحميد برحمتك يا ارحم الراحمين
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